di Tracy Liu
Non più distanze, in tutti i sensi
Nel precedente articolo di questa serie, Se è facile, il bambino impara, scomodando René Descartes e Federico Pistono, ho voluto demolire questa assurda idea che sia necessario soffrire per imparare e che l'apprendimento sia tanto più ricco quanto più difficile sia il suo percorso. Tutt'altro! Si impara meglio se imparare è facile. Quindi fate scendere dal piedistallo tutti quei temibili insegnanti che hanno fatto della complicazione un virtù. Tempo ed energie sprecate. Ecco. Difficile da credere' Spero che il mio articolo abbia aperto un varco nel pensiero.
Oggi demoliamo un'altra idea assurda, quella che un tempo a portato a costruire cattedre rialzate e distanze psichiche e fisiche inimmaginabili tra l'insegnante, imperatore della classe, e gli studenti, i suoi sudditi.
La vicinanza... avvicina
Proprio così, la vicinanza avvicina. Avvicina lo studente all'insegnante e avvicina lo studente alla materia che sta studiando. Parlo di una distanza fisica, l'insegnante che insegna tra i banchi e non in quella lontanissima galassia della cattedra, riesce a portare le nozioni "vicino" allo studente con risultati esponenzialmente migliori. provare per credere!
Una questione di attenzione
Se una persona è davanti a noi e ci parla, non possiamo che ascoltarla. E probabilmente diventa difficile distrarsi. Mentre se quella persona diventa un relatore distante una decina di metri, allora mantenere l'attenzione diventa difficile. Ecco, semplice.
Nella mia lunga esperienza di insegnamento con studenti internazionali di ogni età e cultura, ho capito proprio questo. Dovevo avvicinarmi per insegnare. Tanto più rimanevo nel perimetro della cattedra, come in una bolla, tanto meno gli studenti riuscivano a seguirmi e a capire. Una volta abbandonata la cattedra e trasformata la lezione in una conversazione, ecco annullate tutte le distanze... magia!
Una questione di rispetto
Lo studente deve rispettare l'insegnante, eppure nella distanza banco-cattedra, si crea anche quella distanza emotiva che porta i ragazzi a mancare di rispetto nei confronti dell'insegnante. Questo non accade invece quando l'insegnante diventa uno di loro. La vicinanza crea coinvolgimento e il coinvolgimento porta rispetto. Quindi, abbandonare l'idea della cattedra e di una impostazione gerarchica dei ruoli in classe è educativo e insegna più disciplina della severità. Sì, perché la severità insegna la paura e la disciplina che ne deriva è spesso solo un "atteggiamento" e non un valore sentito e acquisito. Apparenza. E si sa, l'apparenza inganna.
Una questione di emozioni
Il bambino e il ragazzo ha bisogno di sentirsi protetto, non vulnerabile. Anche e soprattutto a scuola. L'insegnante è la persona che meglio può offrire al bambino questo senso di protezione. Semplicemente standogli vicino mentre insegna, aiutandolo passo passo. Siamo umani tutti, bambini e insegnanti.
In una classe ci sono sempre due piani che devono incontrarsi e conciliare. Il piano della classe come entità, come gruppo, e il piano individuale del singolo studente. Se l'insegnante insegna tra gli studenti, tra i banchi, come centro di un cerchio e non come vertice ti un triangolo, allora le esigenze del gruppo e dell'individuo coesistono e trovano punti di contatto.
Spesso uno dei momenti che più avvicinano lo studente e la classe all'insegnante è la gita scolastica. Sì, perché l'insegnante per necessità di controllo deve stare tra gli studenti in quell'occasione. E insegna stando fisicamente tra di loro.
Lo ricordi? Quella strana sensazione di scoprire che l'insegnante è umano! Già, fuori dalla classe l'insegnante non è più una creature diversa.
D'accordo, la scuola sta cambiando e io accedo a ricordi di una scuola molto più rigida di quella di ora. Tanti passi di avvicinamento sono stati fatti. Benissimo. Avanti così!
L'insegnamento online, così lontano eppure così vicino
L'insegnamento online è una straordinaria opportunità anche da questo punto di vista perché cambia e supera il senso della distanza. L'insegnante può anche essere in un altro continente ma diventa una ricchezza, non un ostacolo.
In Buzzy English l'insegnante è lì nello schermo, e lo studente è lì dove è l'insegnante, davanti allo schermo che, come fosse una soglia magica, annulla le distanze.
L'insegnamento individuale permette il massimo coinvolgimento. L'insegnante è la, sullo schermo, vicinissimo, difficile distrarsi!
Sappiamo bene che lo schermo è un media che ha ovviamente limiti, per questo i nostri insegnanti devono a loro volta imparare come utilizzare questo media. La mimica deve essere accentuata, le parole scandite chiaramente, le frasi brevi e all'interno della lezione devono entrare oggetti reali. Un microfono, un pupazzo, un mappamondo, un cappello, che l'insegnante mostra allo studente e viceversa. In qualche modo si deve cercare di superare l'astrazione della lezione tramite lo schermo di un computer.
Tutto questo accade nei 25 minuti della lezione, optimal attention span come abbiamo visto nell'articolo Soglia di attenzione del bambino e prospettiva didattica. Il bambino non è mai solo, non è mai dimenticato, non deve aspettare, è sempre per tutto il tempo con l'insegnante che, grazie alla propria preparazione e alla preparazione specifica per l'insegnamento online, riesce a fargli dimenticare la distanza "geografica" che intercorre tra sé e l'insegnante.
una esperienza straordinaria e che ci impegniamo quotidianamente, giorno dopo giorno, lezione dopo lezione, a migliorare con entusiasmo e umiltà.
Questo è Buzzy English. Questo è l'insegnamento online.
Citando una bellissima canzone degli U2, Faraway, so close, colonna sonora del bellissimo film omonimo di Wim Wender.
Faraway, so close. Lontano eppure così vicino.